La V Commissione Bilancio del Senato ha approvato l’emendamento sulla questione dell’articolo 1, comma 687 della legge 145 del 2018 (legge Bilancio 2019). Tale comma prevedeva che la dirigenza amministrativa, professionale e tecnica del SSN, in considerazione della mancata attuazione nei termini previsti della delega di cui all’articolo 11, comma 1, lettera b), della legge 7 agosto 2015, n. 124 che prevedeva il collocamento di questi dirigenti nel ruolo unico della dirigenza regionale, fosse collocata nel tavolo contrattuale della dirigenza sanitaria per il trienno contrattuale 2019-2021.
Pur non prevedendo l’abrogazione da me richiesta, l’emendamento approvato in Commissione contiene tuttavia un differimento della norma, senza alcun impatto finanziario, al triennio di contrattazione 2022-2024.
Questo consentirà l’avvio della stagione contrattuale consentendo la sollecita apertura del contratto 2019-21 già in forte ritardo.
Avevo chiesto e confermo la necessità di abrogare del tutto quanto previsto dalla legge di Bilancio del 2019, perché ritengo che il collocamento di questi dirigenti nell’area della dirigenza sanitaria espropri di rappresentatività una intera categoria (quella della dirigenza amministrativa professionale e tecnica – PTA – che è collocata in distinti ruoli professionali rispetto alla dirigenza sanitaria) e del conseguente diritto ad avere un proprio contratto di lavoro che tenga in debito conto delle specificità della categoria.
Sono comunque soddisfatta che il legislatore abbia compreso che la persistenza del famigerato comma 687 avrebbe rappresentato un’indebita ingerenza della politica nell’autonomo potere decisionale del tavolo sindacale, una lesione della libertà sindacale, privando la dirigenza PTA di una rappresentanza e costringendo le proprie associazioni a modificare gli statuti e gli assetti organizzativi, ma soprattutto che i dirigenti PTA del Servizio sanitario collocati nel CCNL del 17/12/2020 dell’Area delle Funzioni Centrali locali con i colleghi delle Regioni e delle Autonomie locali, sarebbero dovuti tornare insieme alla dirigenza sanitaria con la quale hanno solo differenze e nessuna affinità.
Una strana commistione che allontana il riconoscimento della dirigenza medica e sanitaria come categoria con caratteristiche specifiche nell’ambito del pubblico impiego.
Laura Stabile
Senatrice di Forza Italia
Articolo tratto da http://www.quotidianosanita.it/
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