L’intelligenza artificiale (AI) in campo medico sta significativamente cambiando le modalità di formazione/informazione, ricerca, diagnosi, terapia e riabilitazione.
A fronte dei numerosi vantaggi, il ricorso alla tecnologia, se non guidato, può comportare, tra gli altri effetti indesiderati, un aumento non giustificato dei costi, delle sovradiagnosi/sovratrattamenti e delle discriminazioni, anche attraverso la diffusione ed il rafforzamento dei bias di genere.
Affinché l’AI diventi davvero strumento di uguaglianza e di sviluppo sostenibile è necessario liberarsi, a tutti i livelli, del retaggio di una cultura patriarcale ancora dura a morire.
Applicare una prospettiva di genere e promuovere la rappresentanza femminile in tutti i settori ed a tutti i livelli è un fattore chiave per rifondare una nuova scienza ed una nuova società.
Dr.ssa Serenella Civitelli – Chirurga, AO-universitaria Le Scotte, Siena