Nel 2006 l'ex segretaria di Stato Madeleine Albright ha detto senza mezzi termini "C'è un posto speciale all'inferno per le donne che non aiutano le altre donne" e questa frase è stata ripresa da donne in tutto il mondo, capi di stato e celebrità fino a diventare all’epoca un mantra. Ricordiamocelo, femminismo e empowerment femminile hanno una (imprescindibile) base di partenza: si chiama sorellanza. Spesso mi sono chiesta come mai quando una Donna ce la fa nel mondo del lavoro, ovvero infrange il cosiddetto Tetto di Cristallo, riceve spesso critiche feroci da parte di altre donne o, peggio ancora, è lasciata sola nei suoi momenti di difficoltà. Mi sono data diverse spiegazioni, anche e soprattutto sulla base del mio sapere femminista. Un primo motivo potrebbe essere che, a livello inconscio, i rapporti femminili funzionano bene solo quando potere e autostima si mantengono pari: se una delle donne rompe l'equilibrio, ecco che le altre si sentono in diritto di ostracizzarla o sminuirla. Una seconda ragione è poi da ritrovarsi nella cosiddetta "Sindrome dell'Ape Regina " Le donne per farsi strada in un mondo di uomini (specialmente in ambiti lavorativi molto maschili dove il valore delle donne è sottostimato, come la sanità) finiscono spesso per assumere dei comportamenti tipicamente maschili o comunque ben accetti dalla società patriarcale, una sorta di sessismo interiorizzato. Per quanto questo ragionamento possa apparirci assurdo è alla base della mancanza di parità di genere. Agli uomini non viene richiesto di sembrare autorevoli all’infuori delle loro competenze, alle donne sì. Uno dei problemi della mancanza di solidarietà femminile è che non viene realmente insegnata: la sorellanza è uno strumento potente e intimidisce: al pari dell'amicizia è una pratica di tutela che produce complicità e rafforzamento reciproco; il suo potere è rivoluzionario perché il sistema ha cercato di bandirla, o almeno di renderla il più difficile possibile. La solidarietà tra donne, soprattutto in ambito professionale, invalida i dispositivi di controllo ed è di ostacolo al patriarcato, che vuole il controllo totale dei comportamenti femminili. Dunque noi donne dovremmo maggiormente coltivare questa grande arma che è la solidarietà tra Donne quando ci troviamo di fronte alle difficoltà di una nostra collega. Attraverso questo lungo processo, smettendo di sminuirci o banalizzarci, potremmo cercare di capire chi siamo emotivamente, socialmente e politicamente. Il che , all’interno di un sistema gerarchico patriarcale, equivale a comprendere anche l’Altra donna, contestualizzandola all’interno di una società fatta di discriminazioni e privilegi sociali. Dott. ssa Maria Gabriella Raso Area Formazione Femminile Anaao Assomed Anaao Giovani Reggio Emilia
COMPRENDERE ” L’ ALTRA “, l’importanza della solidarietà femminile
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