Nonostante la ETUC (European Trade Union Confederation) si sia espressa proponendo l’introduzione di un equilibrio di genere nel board esecutivo di associazioni e società pubbliche e private; nonostante la Commissione Europea abbia tentato tra rinvii e interruzioni, a partire dal 2010 , l’approvazione di una Direttiva sullo stesso argomento; nonostante la femminilizzazione della classe medica sia un fenomeno crescente, in alcuni Paesi prevalente e comunque inarrestabile; nonostante questi presupposti, la presenza di donne medico nei boards delle principali associazioni mediche europee rimane un evento raro. Considerando nell’insieme le principali associazioni (CPME, EJD, FEMS, AEMH, CEOM), su un totale di 33 posizioni, 26 sono ricoperte da medici e 7 da mediche con una presenza del genere femminile prossima al 20%. Si può fare di più? Certo! Numerose ricerche dimostrano che quando le donne non siedono in posizioni di potere, è probabile che le loro necessità non siano capite o soddisfatte. Davanti ad una professione sempre più difficile e sempre più frustrante, come dimostrato dall’ultima survey condotta in FEMS da Anaao, è importante che le istanze professionali delle donne medico siano discusse anche da chi queste problematiche le vive quotidianamente, Eppure, persino a “Bruxelles” ci si ostina a dire che non si trovano donne interessate a ricoprire tali ruoli! Proprio per la falsità di questa affermazione, le donne medico della Fems, sotto la spinta della delegazione Anaao, hanno chiesto alla assemblea generale della Federazione Europea dei Medici Salariati di discutere l’introduzione, anche a livello statutario, di una misura stringente, una discriminante positiva, che aiuti le donne medico che vogliono partecipare ad attività sindacali di livello europeo, a trovare uno strumento di forza. Questo provvedimento necessario è l’introduzione dell’obbligo di una quota di rappresentatività di genere nel board della Fems; purtroppo, anche nei sindacati di oltralpe, vi è il timore che sia difficile, se non impossibile, trovare delegate di sesso femminile nei gruppi sindacali. L’Anaao, forte della sua esperienza e dei risultati ottenuti dopo l’introduzione di una quota di genere nei propri organismi statutari, sta spingendo e motivando l’introduzione di questa modifica nello statuto della FEMS, che si discuterà nella prossima assemblea generale del 2023. La mozione è stata presentata e discussa, grazie alla compattezza di un gruppo di donne medico europee che hanno saputo fare squadra e sostenersi l’un l’altra con l’obiettivo di rendere il board FEMS del domani, un organismo attento alle esigenze dei professionisti sanitari. Inoltre, tale cambiamento, renderebbe la Federation Europeenne des Medecins Salarièes, leader ed esempio di un cambiamento di mentalità che dovrebbe coinvolgere tutte le associazioni mediche europee. Alessandra Spedicato Capo Delegazione Anaao in Fems
L’Europa dei medici non è ancora pronta per la parità di genere.
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